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 Me - She - It

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Coreografia e regia  Giuseppe Muscarello interpreti  Giuseppe Muscarello, FedericaMarullo | costumi Dora Argento | disegno luci Giuseppe Muscarello | produzione Muxarte, ibi Cultura, Fc@pin.D'oc | coproduzione Fondazione Campania dei Teatri, Napoli Fringe Festival | in collaborazione con Officine Ouragan, Teatro Libero Palermo| con il sostegno di Regione Sicilia, MIBACT Ministero per I Beni e le Attività Culturali e del Turismo

 


Partendo da una ricerca sul movimento si affronta in chiave ironica un tema profondamente serio: la sessualità da una parte, la spinta pulsante verso una meta artistica dall'altra. Ecco dunque un uomo, un intellettuale velleitario alla ricerca della sublimazione, meccanismo che sposta la pulsione sessuale verso ambiti non sessuali, una donna, proiezione del rimorso culturale dell'uomo e della sua "desublimazione", il sesso dell'uomo, che contrasta la razionalità dell'intellettuale imponendo il proprio istinto. Una piece tragicomica non lontana dall'assurdo. Può un desiderio incontrollato condizionare se non, addirittura, governare le nostre azioni? Può un organo genitale, con i suoi impulsi, sopraffare la volontà della mente? Seguendo logiche e percorsi diversi, per l'uomo e per la donna, la risposta finale è indubbiamente affermativa, come Moravia per esempio ci ha già suggerito con "Io e lui". Materialità, superficialità, sconfitta dell'amore come valore: specchio di una società il cui potere è spesso delegato alla stupidità umana. Punto focale dell'opera è dunque il corpo che, affidando la narrazione al movimento, si fa specchio dei propri umori.

 


ENG                                                                                                    

Choreography and direction: Giuseppe Muscarello Interpretes: Federica Marullo, Giuseppe Muscarello


Starting from a study on movement, "Me-She-It" uses irony to deal with very serious themes, such as sexuality on one hand and the compelling pull toward an artistic performance on the other. Here is a man, unrealistic intellectual, in constant search for sublimation, a way to transform his sexual impulses into asexual ones. Here is a woman, projection of man’s cultural remorse and his very “de-sublimation,” the very incarnation of man’s sexality, who opposes the rationality of the intellectual, imposing her own instincts. A tragi-comic piece, not far removed from absurdity. Can uncontrolled desires influence, if not dictate, our own actions? Can our sex, with its drive, overcome our rationality? Following different logics and lines of reasoning for the man and the woman, the ultimate answer is “yes,” as Moravia had already suggested in his "Io e lui." Materiality, superficiality, the defeat of love as an outstanding value: the image of a society, whose power is often delegated to human stupidity. As a result, the main focus of “Me-She-It" is the human body, centring the story- telling on its movement, that reflects its own moods. “
                                                                                                                  

                                                                                                                                                                   Giuseppe Muscarello

 

 


Alcune recensioni su Me - She - It


 


Giuseppe Distefano (Danza & Danza)

Può un desiderio incontrollato condizionare se non, addirittura, governare le nostre azioni? Può un organo genitale, con i suoi impulsi, sopraffare la volontà della mente? Punto focale dell'opera è il corpo che, affidando la narrazione al movimento, si fa specchio dei propri umori”. Enunciato così ci si potrebbe aspettare uno spettacolo “furbetto” e intrigante dal punto di vista tematico per suscitare morbose curiosità. Invece, dato che uno spettacolo lo si valuta, per fortuna, soprattutto per la qualità del movimento e per la capacità tecnica e interpretativa dei danzatori, ci siamo trovati di fronte ad una felice creazione che, con ironia e leggerezza, e intelligenti idee di movimento, investiga il legame di coppia nel suo nascere e consumarsi fino a esaurirsi in una routine domestica. Nessuna pena d’amore, ma un giocoso rapporto di attrazione e di desiderio, con ripudi e divertenti ossessioni, che culminano in una spenta quotidianità davanti al capriccioso zapping televisivo con patatine e bevanda. L’incipit è dato dal lento assolo di Muscarello con un immaginario interlocutore, i cui movimenti acquistano una frenesia travolgente, sempre da fermo. Quindi, indossando degli occhiali e mutando identità, davanti ad una vecchia macchina da scrivere immagina la partner, la sua conquista. Quando lei, ridendo, sospirando, parlando, gesticolando, comparirà nel cerchio di luce alle sue spalle, i due ingaggeranno la loro relazione amorosa tra seminudità pudiche, movimenti speculari, avvinghiamenti. E qualche tentativo di beffarda soppressione con una pistola appena puntata. S’invertiranno i ruoli, con lei davanti alla macchina da scrivere e lui immaginato da lei, e subito sedotto dall’ebbrezza del “lasciarsi andare”. Qualche danza folle dagli echi fanciulleschi, dalle pose ammiccanti – lui da fusto, lei da rossa femme fatale –, dall’espressività sgraziata, da piccole amabili cattiverie, caratterizza la coreografia che, tra diversi registri stilistici e deboli snodi drammaturgici manifesta una scrittura non ancora chiara, ma foriera di una grafia che promette bene e della reale tempra creativa e fisica dei due performer.

21/06/2013
Giuseppe Distefano
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Dadadago (Oltrecultura)

Un uomo occhialuto, un tantino lontano dall'immagine consueta del danzatore scolpito, quasi a ricordarci l'essenza primigenia di questa espressione artistica in cui l'anima, il sentire si fa corpo, e dunque non necessariamente omologato.
Un intellettuale, preda dei suoi umori cangianti, cerca di sublimare le proprie pulsioni sessuali scrivendo, diviso com'è tra l'ambizione creativa e l'intenso desiderio erotico che lo agita, in piena dicotomia tra velleità artistiche ed istinti carnali. 
Siamo al Ridotto del Mercadante dove il coreografo siciliano Giuseppe Muscarello nell'ambito del Napoli Fringe Festival porta in scena venerdì 7 e sabato 8 giugno 2013 il suo recente lavoro “Me – She – It”, curandone la regia ed interpretandolo insieme a Federica Marullo.
Lo spunto per la performance dei due danzatori è fornito da un interrogativo sempre green, che tra l'altro è stato già in letteratura indagato e sviscerato dalla penna introspettiva di A. Moravia (Io e lui): “Lui” con i suoi appetiti può sopraffare la volontà, può condizionare o governare le azioni? 
La narrazione è affidata a movimenti che all'inizio ci parlano di questa nevrotica ricerca di sublimazione, da parte del protagonista, che alla macchina da scrivere viene turbato dalla visione di una donna provocante, simbolicamente e prontamente eliminata con un secco colpo di pistola. 
All'interno del rapporto duale sarà poi lei, (ripetendo lo stesso assolo del danzatore in versione ironica) ad assumere il ruolo del maschio conflittuale.
Ma il ticchettio del desiderio perdura, l'epilogo è nei gesti amorosi, nei volteggi, nelle prese e nell'intreccio dei corpi.
Fallito il tentativo di sbarazzarsi di una sessualità invasiva non resta che viverla, consumarla, ma l'Amore sembra essere ancora altro. Peccato che il dopo sia la trita riproposizione di una stagnante incomunicabilità: esaurita l'estasi dei sensi a parlare è il televisore, con la inevitabile guerra del telecomando.
Applauditi gli intensi interpreti, anche se il climax raggiunge l'apice nelle coreografie “a due”, risultando i passaggi in solo un po' meno coinvolgenti, pur non privi di originalità ed energia. 
L' esplorazione nelle infinite gamme espressive della gestualità è l'obiettivo lodevole della compagnia Muxarte, e agli appassionati di danza contemporanea consigliamo di tenerla d'occhio. Ad maiora.

Dadadago
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Valentina De Simone (Repubblica, Napoli)

Si apre, invece, nel silenzio e nel buio di uno spazio vuoto, con una macchina da scrivere come unico dettaglio illuminato, la riflessione in chiave ironica sulla sessualità di “Me – She – It”, progetto coreografico umorale della Compagnia Muxarte. Federica Marullo e Giuseppe Muscarello, gli interpreti più che affiatati di una liaison scandita da battiti, interferenze sonore, scansioni vocali e alterazioni tonali che accompagnano il lento avvicinarsi di corpi estranei, densi di insofferenza. Iniziano in solitudine, ognuno all’interno del proprio cerchio di luce, con una danza di pose e scatti e ammiccamenti facciali da scrivere sulla pelle dell’altro, mantenendosi a distanza. All’improvviso il movimento si slega e diventa armonia da consumare in due, in vortici di braccia e gambe che si stringono nella voglia pulsante di un momento. Prima che il desiderio si smorzi e si ritorni indifferenti, nella noia di un’esistenza da mordere furtiva, a spegnere, telecomando in mano, qualsiasi barlume di sensualità.

Valentina De Simone 

 

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